HANNO DETTO DI LUI

Ecco perché nei quadri di Demos si vedono, come in filigrana, De Pisis, Guttuso e quindi la scuola di Cezanne...

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DEMOS IL PITTORE

“L’entusiasmo pittorico lo devo a Filippo De Pisis. Il fatto che un grande e famoso pittore come De Pisis sia venuto a Rimini e si sia fermato qui per un certo periodo lo ritengo emblematico. Fu una grande fortuna per me conoscerlo, incontrarlo, osservarlo mentre dipingeva e frequentare il suo temporaneo atelier. Lo incontrai sul molo di Rimini in una specie di trattoria costruita su palafitte, un luogo interessante rimasto per sempre nelle mie visioni. Vidi un pittore seduto con il suo cavalletto e mi avvicinai.

Fu sufficiente uno sguardo e riconobbi la mano di De Pisis. Che cosa c’era nel quadro? Non c’entrava affatto con il molo, con il mare, con la riviera. Ritraeva un ragazzo seduto, un banco con sopra una bottiglia e dei fiori, in alto una specchiera, poi dell’azzurro dappertutto: ma Lei è de Pisis - dissi.

Ero con ogni probabilità il primo che lo riconosceva dal modo di dipingere. Ne fu compiaciuto e così cominciò la nostra amicizia. Entrai in contatto con un artista per quel tempo modernissimo, originale, padrone di una tecnica inconfondibile. Un pittore indubbiamente diverso dagli altri nel panorama italiano.

L’entusiasmo con cui lavorava mi spronò e durante il soggiorno riminese dell’artista anche io lavorai con lui. Fu il primo ad incoraggiarmi, il primo ad apprezzare i miei sforzi. Riconobbe in me un certo talento e una forte sensibilità.
Perché considero De Pisis un pittore veramente grande? Lo considero grande perché sapeva restare libero, perché approfittava appena della sua firma per ottenere denaro facile, perché non amava fare sacrifici, sottoporsi alla valutazione del pubblico, fare mostre.

Un giorno mi disse: “Ascolta bene Demos, un artista non può sempre produrre opere d’arte. Non ce la fa. Fra i tanti lavori ce ne sono sempre alcuni poco riusciti. Si possono gettare? No, non si possono gettare, e allora se la firma vale, queste opere si vendono, e chi le vuole le paga. L’artista è un essere superiore, quindi ha maggior diritto alla vita!”.



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